Ritorno all’isola di Arturo/ Marta Giaccone
Marta Giaccone scopre Procida grazie ai suoi adolescenti.
Prima attraverso il libro di Elsa Morante, vincitore del Premio Strega nel 1957, poi con i ragazzi che vivono oggi sull’isola.
Ispirato da Arturo Gerace, ragazzo che vive la sua infanzia e la sua adolescenza in un’Italia di fine anni Trenta, il suo progetto fotografico segue un gruppo di giovani dell’isola con l’obiettivo di registrare cosa significhi vivere un delicato e tumultuoso periodo della crescita come l’adolescenza, in una piccola isola come Procida.
Proprio come in un romanzo di formazione, la fotografa scopre un luogo attraverso un percorso esplorativo: torna a Procida più volte, in tutte le stagioni, conosce un gruppo di adolescenti, con cui stringe amicizia, e comincia a osservarne e documentarne la vita quotidiana.
Un progetto che cerca di entrare nelle vite degli adolescenti procidani e che le ha dato la possibilità di scoprire “un piccolo punto della terra fuori dal tempo” dove i ragazzi sognano di partire verso terre lontane, ma sempre con l’idea di ritornare.
Dal campetto di calcio, ritrovo abituale di tutti i ragazzi, fino alla Chiesa di Santa Margherita, passando per il Belvedere di Terra
Murata e il campanile di Santa Maria delle Grazie, un viaggio nei luoghi del cuore dei giovani del posto.
Prima attraverso il libro di Elsa Morante, vincitore del Premio Strega nel 1957, poi con i ragazzi che vivono oggi sull’isola.
Ispirato da Arturo Gerace, ragazzo che vive la sua infanzia e la sua adolescenza in un’Italia di fine anni Trenta, il suo progetto fotografico segue un gruppo di giovani dell’isola con l’obiettivo di registrare cosa significhi vivere un delicato e tumultuoso periodo della crescita come l’adolescenza, in una piccola isola come Procida.
Proprio come in un romanzo di formazione, la fotografa scopre un luogo attraverso un percorso esplorativo: torna a Procida più volte, in tutte le stagioni, conosce un gruppo di adolescenti, con cui stringe amicizia, e comincia a osservarne e documentarne la vita quotidiana.
Un progetto che cerca di entrare nelle vite degli adolescenti procidani e che le ha dato la possibilità di scoprire “un piccolo punto della terra fuori dal tempo” dove i ragazzi sognano di partire verso terre lontane, ma sempre con l’idea di ritornare.
Dal campetto di calcio, ritrovo abituale di tutti i ragazzi, fino alla Chiesa di Santa Margherita, passando per il Belvedere di Terra
Murata e il campanile di Santa Maria delle Grazie, un viaggio nei luoghi del cuore dei giovani del posto.












All images: © Marta Giaccone, Ritorno all’Isola di Arturo
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